Il Progetto
Finanziato tramite il “Fondo italo-tedesco per il Futuro”, istituito dalla Repubblica Federale di Germania e con il cofinanziamento dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, questo lavoro ha come obbiettivo la divulgazione e la conoscenza delle testimonianze e dei ricordi dei sopravvissuti alle stragi nazi fasciste avvenute in Casentino nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Da oltre trent’anni la Banca della Memoria dell’Unione dei Comuni raccoglie, attraverso video interviste, le voci e i racconti legati ai fatti di guerra che hanno coinvolto le popolazioni locali.
L’attività della Banca della Memoria del Casentino si fonda sull’assunto progettuale che la memoria orale, l’interpretazione narrativa e la poetica della propria storia, rappresentano un patrimonio complesso di sapienze e conoscenze che devono essere tutelate e valorizzate. La cultura della memoria deve considerare il passato come fonte di interpretazione delle dinamiche presenti per consolidare l’idea di se stessi in armonia e rispetto con gli altri.
Il progetto qui presentato è organizzato in ambito geografico, cioè partendo dalle singole località è possibile accedere alle schede descrittive o alle video testimonianze quando disponibili.
Nella scheda descrittiva vengono presentati gli aspetti salienti che hanno determinato il fatto, cioè l’uccisione, l’eccidio o la strage.
Il Casentino
La ricerca storica è stata affidata a Luca Grisolini che ha indagato gli eventi più conosciuti e drammatici ma anche quelli definiti erroneamente “minori“, per comprendere e inquadrare il singolo avvenimento all’interno delle dinamiche più complesse di quei momenti. Sono poi elencati il numero, il nome delle vittime e la loro età. A mergine vengono associati e indicati, grazie ad un meticoloso lavoro di studio e di analisi archivistica, i corpi militari responsabili dell’uccisione.
Se da un lato la nota storica inquadra i fatti attraverso lo studio delle fonti maggiormente accreditate, le interviste rappresentano il punto di vista personale dei testimoni che le raccontano. Crediamo tuttavia che i singoli punti di vista, associati e legati tra loro, contribuiscano alla ricomposizione di una memoria storica collettiva che, nei fatti più salienti e determinanti trova riscontro e coincidenza.
Spesso queste testimonianze non sono lineari, fatti drammatici e lontani nel tempo possono tradire la memoria e la precisione della narrazione, altre volte la lingua toscana assume forme desuete o arcaiche, di un parlato casentinese d’altri tempi. Per questo motivo tutti i video sono sottotitolati in italiano, oltre che in inglese e tedesco. Le interviste sono state realizzate a partire dagli anni ottanta fino al 2016 e non coprono l’intero quadro geografico e temporale degli eventi bellici. Comunque è possibile ritrovare fatti singoli e dimenticati che siamo riusciti a ricostruire e presentare anche nella scarsità di fonti e testimonianze.
Nella convinzione che la memoria dei fatti passa anche lungo la linea fisica dei luoghi, che diventano il simbolo di quelle tragedie, nell’epoca in cui tutti i testimoni ci hanno lasciato, abbiamo realizzato una sezione dedicata ai monumenti, ai cippi, a tutti quei segni ancora tangibili delle atroci uccisioni. Questo è avvenuto grazie alla gentile collaborazione con la Fondazione dell’Associazione Nazionale fra Mutilati ed Invalidi di Guerra che ha ideato e gestisce il progetto Pietre della Memoria e Alessandro Bargellini che ci ha fornito i testi e molte delle fotografia pubblicate.
La Nostra Storia
La vallata del Casentino, situata in un punto nevralgico del sistema difensivo della Linea Gotica, a partire dall’inverno-primavera tra 1943 e 1944, si trova coinvolta in pieno nelle operazioni belliche, anche in virtù della spontanea fioritura di numerose formazioni di ribelli che utilizzano le zone di montagna e di foresta di cui è ricco il territorio. È dunque per ripulire la zona del Casentino e della provincia di Arezzo dai ribelli che la Wehrmacht, coadiuvata dalle forze collaborazioniste della Repubblica Sociale Italiana, effettua in questi territori numerose stragi e rastrellamenti, come vedremo più avanti, con l’intento di reprimere il movimento partigiano e terrorizzare le popolazioni civili con esso solidali che, evidentemente, avevano mantenuto un robusto fondo di antifascismo…
La Linea Gotica
La Linea Gotica era un’opera difensiva fortificata lunga 320 km, costruita dall’Esercito tedesco per volere del feldmaresciallo Albert Kesselring nel 1944, nel tentativo di rallentare l’avanzata dell’esercito Alleato comandato dal generale Harold Alexander verso il nord Italia. Dalla Valle del fiume Magra a sud di La Spezia fino alla costa adriatica di Pesaro, seguendo le asperità dei rilievi delle Alpi Apuane, proseguendo verso est lungo le colline della Garfagnana, sui monti dell’Appennino modenese, l’Appennino bolognese, l’alta valle dell’Arno (Casentino), quella del Tevere e l’Appennino forlivese, per giungere poi sul versante adriatico. Fu costruita principalmente dall’organizzazione Todt, creata da Fritz Todt, Ministro degli Armamenti e degli Approvvigionamenti, operò in collaborazione con gli alti comandi militari e si avvalse del lavoro coatto di uomini e anche giovani ragazzi dei paesi occupati.
Raccolta testimonianze
A partire dalla fine degli anni ’80 abbiamo avviato un percorso di ricerca e di indagine sugli avvenimenti legati alla Seconda Guerra Mondiale, intervistando i testimoni diretti e rivolgendo loro delle domande pertinenti al periodo fascista, l’entrata in guerra dell’Italia, l’8 settembre 1943, il passaggio del fronte, il movimento partigiano in Casentino, le stragi nazi fasciste e la liberazione.
Archivio Storico
La raccolta costante e lunga nel tempo di interviste e riprese audiovisive effettuate dagli anni ottanta fino ai nostri giorni ha contribuito alla creazione di un archivio di proprietà dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, completamente digitalizzato e indicizzato che permette la ricerca delle singole schede di testo per la consultazione e la visione dei video.
Banca della Memoria
E’ un archivio audiovisivo costituito da nastri in Vhs e digitali in formato Dv e DvcPro, DVD, audiocassette, pellicole e file digitali, relativo alle tradizioni e alla memoria orale ed immateriale della Toscana, alla poesia estemporanea in ottava rima, agli antichi mestieri e alle memorie di guerra.
Condivisione Materiale
La ricerca e la documentazione sono aspetti fondamentali per la salvaguardia e la conservazione della memoria storica orale, come la messa in sicurezza e l’archiviazione. Ma un archivio acquista un valore maggiore nel momento in cui diventa accessibile, cioè quando può essere consultato e visionato.