Castello

07/12/1944

Uccisione in combattimento di soggetto afferente alla Resistenza

Incalzate da un grande rastrellamento le cui direttrici di attacco provengono da Faltona, Ortignano Raggiolo e Rassina, il 3° Battaglione della XXIII Bgt Pio Borri si sposta in forze da Carda e Calleta verso Poggio Catarozzo: al fine di ingannare i tedeschi rispetto l’effettiva posizione dei partigiani, viene inviata una pattuglia di “diversivo” su Carda, nel frattempo già occupata dai tedeschi. La pattuglia, formata da sei partigiani (afferenti alla Compagnia Comando e alla 4^ Compagnia del III Btg. XXIII Bgt. Pio Borri, tra cui alcuni slavi), viene individuata e annientata, unitamente a un anziano del luogo con ogni probabilità ritenuto complice dei partigiani.

I Segni

Cippo a Jacopo Mascalchi

Informazioni

Luogo di collocazione: Lato strada, nei pressi del Cimitero

Data di collocazione:

Descrizione

Si tratta di un cippo a forma di rudimentale croce di ferro verniciata di nero sulla quale è applicata una piccola lastra metallica con incisa l'epigrafe. Questa riporta il nome della vittima e la data della morte. E’ infissa su una roccia sovrastante la strada sterrata che dal paese conduce al locale Cimitero. Jacopo Mascalchi era un anziano ucciso il 12 luglio 1944 a Carda durante un rastrellamento condotto dai tedeschi contro le formazioni partigiane.

Osservazioni personali

Notizie e contestualizzazione

Il 12 luglio 1944 il Pratomagno è investito da un nuovo rastrellamento tedesco volto a colpire i partigiani qui dislocati. Nei suoi versanti vi operano, infatti, la XXIII Brigata Garibaldi “Pio Borri”, la XXII Brigata Garibaldi “Lanciotto” e la banda autonoma di Raoul Ballocci. Le direttrici dell’attacco provengono da Faltona (Talla), Raggiolo (Ortignano Raggiolo), La Trappola (Loro Ciuffenna) e Rassina (Castel Focognano). Il III Battaglione “Licio Nencetti” (facente parte della XXIII Brig. Garibaldi “P. Borri”) lascia i propri acquartieramenti di Carda e Calleta (Castel Focognano) per portarsi in posizione di difesa sul Poggio Catarozzo e così controllare i movimenti del nemico. Infatti sta sopraggiungendo un consistente reparto tedesco travisato da partigiani. Probabilmente questi soldati appartengono al II Btg. del III Rgt. “Brandenburg” che hanno usato lo stesso stratagemma per colpire i garibaldini della XXII Brigata “Lanciotto” a Cetica (Castel S. Niccolò) il precedente 29 Giugno. Tuttavia non si arriva al conflitto a fuoco tra le parti, benché esse si scrutino a lungo con i binocoli. Alla luce di ulteriori informazioni che vogliono in arrivo altri rinforzi tedeschi, il ten. Raffaello Sacconi, comandante del battaglione partigiano, crea una manovra diversiva per far credere al nemico che sta portandosi verso Carda, già occupata dai rastrellatori, e far credere loro che sta gettandosi nelle loro braccia. Il reparto inseguitore, caduto nel tranello, cessa di avanzare. L’idea del Sacconi ha funzionato alla perfezione e così lui e i suoi uomini posso sganciarsi con relativa tranquillità. Nel pomeriggio dello stesso giorno, con lo scopo di far comprendere ai tedeschi che i partigiani sono riusciti a sfuggire all’accerchiamento e che sono ancora combattivi, viene inviata una pattuglia nei pressi di Carda con il compito di sparare colpi d'arma da fuoco e creare confusione nelle file nemiche . Ma l'azione su Carda non è priva di tragiche conseguenze. A monte dell’abitato è ucciso il partigiano Emanuele Paolanti (classe 1924, residente a Rassina, studente, appartenente alla Compagnia “Comando”), mentre poco oltre la strada del cimitero sono trucidati i civili Carlo Cannelli (nato l'11 Dicembre 1868 e riconosciuto partigiano della IV Compagnia) e Jacopo Mascalchi, 64 anni. E’ segnalata, inoltre, la morte di 3 partigiani slavi ed il ferimento del partigiano Luigi Alasia. Non sono precisate le eventuali perdite naziste. Il 14 Luglio il rastrellamento cessa. I tedeschi sono convinti che i partigiani abbiano lasciato il Pratomagno mentre, in realtà, gli uomini del III Battaglione “L. Nencetti” sono soltanto filtrati dalle maglie dell’accerchiamento con perdite lievi. La più colpita è la formazione di Raoul Ballocci, operante sul versante valdarnese del massiccio, che ha dovuto sostenere diversi scontri a fuoco con numerose perdite. Cannelli e Mascalchi sono sepolti nel cimitero di Carda, il partigiano Paolanti in quello di Rassina.

Galleria:

Autore: Alessandro Bargellini

Croce a Carlo Cannelli

Informazioni

Luogo di collocazione: Località Palaia, Carda

Data di collocazione:

Descrizione

Osservazioni personali

Notizie e contestualizzazione

Il 12 luglio 1944 il Pratomagno è investito da un nuovo rastrellamento tedesco volto a colpire i partigiani qui dislocati. Nei suoi versanti vi operano, infatti, la XXIII Brigata Garibaldi “Pio Borri”, la XXII Brigata Garibaldi “Lanciotto” e la banda autonoma di Raoul Ballocci. Le direttrici dell’attacco provengono da Faltona (Talla), Raggiolo (Ortignano Raggiolo), La Trappola (Loro Ciuffenna) e Rassina (Castel Focognano). Il III Battaglione “Licio Nencetti” (facente parte della XXIII Brig. Garibaldi “P. Borri”) lascia i propri acquartieramenti di Carda e Calleta (Castel Focognano) per portarsi in posizione di difesa sul Poggio Catarozzo e così controllare i movimenti del nemico. Infatti sta sopraggiungendo un consistente reparto tedesco travisato da partigiani. Probabilmente questi soldati appartengono al II Btg. del III Rgt. “Brandenburg” che hanno usato lo stesso stratagemma per colpire i garibaldini della XXII Brigata “Lanciotto” a Cetica (Castel S. Niccolò) il precedente 29 Giugno. Tuttavia non si arriva al conflitto a fuoco tra le parti, benché esse si scrutino a lungo con i binocoli. Alla luce di ulteriori informazioni che vogliono in arrivo altri rinforzi tedeschi, il ten. Raffaello Sacconi, comandante del battaglione partigiano, crea una manovra diversiva per far credere al nemico che sta portandosi verso Carda, già occupata dai rastrellatori, e far credere loro che sta gettandosi nelle loro braccia. Il reparto inseguitore, caduto nel tranello, cessa di avanzare. L’idea del Sacconi ha funzionato alla perfezione e così lui e i suoi uomini posso sganciarsi con relativa tranquillità. Nel pomeriggio dello stesso giorno, con lo scopo di far comprendere ai tedeschi che i partigiani sono riusciti a sfuggire all’accerchiamento e che sono ancora combattivi, viene inviata una pattuglia nei pressi di Carda con il compito di sparare colpi d'arma da fuoco e creare confusione nelle file nemiche . Ma l'azione su Carda non è priva di tragiche conseguenze. A monte dell’abitato è ucciso il partigiano Emanuele Paolanti (classe 1924, residente a Rassina, studente, appartenente alla Compagnia “Comando”), mentre poco oltre la strada del cimitero sono trucidati i civili Carlo Cannelli (nato l'11 Dicembre 1868 e riconosciuto partigiano della IV Compagnia) e Jacopo Mascalchi, 64 anni. E’ segnalata, inoltre, la morte di 3 partigiani slavi ed il ferimento del partigiano Luigi Alasia. Non sono precisate le eventuali perdite naziste. Il 14 Luglio il rastrellamento cessa. I tedeschi sono convinti che i partigiani abbiano lasciato il Pratomagno mentre, in realtà, gli uomini del III Battaglione “L. Nencetti” sono soltanto filtrati dalle maglie dell’accerchiamento con perdite lievi. La più colpita è la formazione di Raoul Ballocci, operante sul versante valdarnese del massiccio, che ha dovuto sostenere diversi scontri a fuoco con numerose perdite. Cannelli e Mascalchi sono sepolti nel cimitero di Carda, il partigiano Paolanti in quello di Rassina.

Galleria:

Autore: Alessandro Bargellini

Cippo ad Emanuele Paolanti

Informazioni

Luogo di collocazione: Carda

Data di collocazione:

Descrizione

Osservazioni personali

Notizie e contestualizzazione

Il 12 luglio 1944 il Pratomagno è investito da un nuovo rastrellamento tedesco volto a colpire i partigiani qui dislocati. Nei suoi versanti vi operano, infatti, la XXIII Brigata Garibaldi “Pio Borri”, la XXII Brigata Garibaldi “Lanciotto” e la banda autonoma di Raoul Ballocci. Le direttrici dell’attacco provengono da Faltona (Talla), Raggiolo (Ortignano Raggiolo), La Trappola (Loro Ciuffenna) e Rassina (Castel Focognano). Il III Battaglione “Licio Nencetti” (facente parte della XXIII Brig. Garibaldi “P. Borri”) lascia i propri acquartieramenti di Carda e Calleta (Castel Focognano) per portarsi in posizione di difesa sul Poggio Catarozzo e così controllare i movimenti del nemico. Infatti sta sopraggiungendo un consistente reparto tedesco travisato da partigiani. Probabilmente questi soldati appartengono al II Btg. del III Rgt. “Brandenburg” che hanno usato lo stesso stratagemma per colpire i garibaldini della XXII Brigata “Lanciotto” a Cetica (Castel S. Niccolò) il precedente 29 Giugno. Tuttavia non si arriva al conflitto a fuoco tra le parti, benché esse si scrutino a lungo con i binocoli. Alla luce di ulteriori informazioni che vogliono in arrivo altri rinforzi tedeschi, il ten. Raffaello Sacconi, comandante del battaglione partigiano, crea una manovra diversiva per far credere al nemico che sta portandosi verso Carda, già occupata dai rastrellatori, e far credere loro che sta gettandosi nelle loro braccia. Il reparto inseguitore, caduto nel tranello, cessa di avanzare. L’idea del Sacconi ha funzionato alla perfezione e così lui e i suoi uomini posso sganciarsi con relativa tranquillità. Nel pomeriggio dello stesso giorno, con lo scopo di far comprendere ai tedeschi che i partigiani sono riusciti a sfuggire all’accerchiamento e che sono ancora combattivi, viene inviata una pattuglia nei pressi di Carda con il compito di sparare colpi d'arma da fuoco e creare confusione nelle file nemiche . Ma l'azione su Carda non è priva di tragiche conseguenze. A monte dell’abitato è ucciso il partigiano Emanuele Paolanti (classe 1924, residente a Rassina, studente, appartenente alla Compagnia “Comando”), mentre poco oltre la strada del cimitero sono trucidati i civili Carlo Cannelli (nato l'11 Dicembre 1868 e riconosciuto partigiano della IV Compagnia) e Jacopo Mascalchi, 64 anni. E’ segnalata, inoltre, la morte di 3 partigiani slavi ed il ferimento del partigiano Luigi Alasia. Non sono precisate le eventuali perdite naziste. Il 14 Luglio il rastrellamento cessa. I tedeschi sono convinti che i partigiani abbiano lasciato il Pratomagno mentre, in realtà, gli uomini del III Battaglione “L. Nencetti” sono soltanto filtrati dalle maglie dell’accerchiamento con perdite lievi. La più colpita è la formazione di Raoul Ballocci, operante sul versante valdarnese del massiccio, che ha dovuto sostenere diversi scontri a fuoco con numerose perdite. Cannelli e Mascalchi sono sepolti nel cimitero di Carda, il partigiano Paolanti in quello di Rassina.

Galleria:

Autore: Alessandro Bargellini