Moscaio

13/04/1944

Operazione di rastrellamento e rappresaglia finalizzata al controllo del territorio

Nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1944 i tedeschi irrompono nelle abitazioni della frazione di Banzena. Sette giovani uomini vengono fatti alzare dal letto e riuniti fuori dalle abitazioni per essere poi fucilati dai soldati. Alcune fonti riportano un ruolo di responsabilità a dei delatori fascisti, che avrebbero denunciato il possesso di armi da caccia e la presenza di disertori. Altre testimonianze parlano di supporto indiretto offerto dalle vittime ai partigiani, forse dovuto all’esistenza di un corposo nascondiglio di armi della resistenza casentinese, al vicino podere di Fragaiola, dove i partigiani della Iª Compagnia del Gruppo Casentino nascosero armi dal settembre al febbraio 1944. L’azione è da ricollegarsi senza dubbio all’operazione scagliata contro il Monte Falterona e che contestualmente colpisce Vallucciole, Partina, Moscaio e Lonnano. Con ogni probabilità il reparto impegnato nell’operazione (il cui comando era a Villa Marena, nel Comune di Bibbiena) è lo stesso che colpisce nella stessa giornata anche Partina, Badia Prataglia e Chiusi della Verna.

Le Voci

Giancarlo Giannini detto Carlo della Ida

Crediti: Località Moscaio. Riprese Mario Spiganti e intervista degli studenti della scuola media di Bibbiena, realizzata il 17/11/2006.

Beppe Giannini detto Beppe della Dinda

Crediti: Località Moscaio. Riprese Mario Spiganti e intervista degli studenti della scuola media di Bibbiena, realizzata il 17/11/2006.

Piero Pieri

Crediti: Località Bibbiena. Riprese Mario Spiganti e intervista degli studenti della scuola media di Bibbiena, realizzata il 22/11/2006.

I Segni

Lapide ai Caduti dell'eccidio del 13/4/1944 Monumento ai Caduti del Moscaio

Informazioni

Luogo di collocazione: Località Moscaio, strada comunale di Giona.

Data di collocazione: Non presente

Descrizione

Lapide marmorea affissa al muro con quattro ganci in bronzo e iscrizioni ed elenco Caduti in lettere bronzee in rilievo. Ricorda le vittime dell'eccidio qui perpetrato dai militari tedeschi della Div. “H. Göring” il 13 Aprile 1944. Sono riportati i nomi dei 9 caduti civili e la data della loro morte. I caratteri bronzei che formano l'epigrafe sono in rilievo. La lapide è affissa sul muro della piccola piazza della frazione mediante quattro punzoni in bronzo e poggia su una sottile soglia di marmo. In una nicchia a sinistra della lapide è posta una statuetta della Madonna.

Osservazioni personali

Nessuna

Notizie e contestualizzazione

Si narra che Padre Mirabene stesse percorrendo la vecchia strada che collegava Bibbiena a Chiusi della Verna, famosa anche per essere stata percorsa da San Francesco d'Assisi, quando due tedeschi gli intimarono di fermarsi. Egli trascurò l'ordine proseguendo il cammino; ad un ulteriore ordine di fermarsi, gli fu chiesto come si chiamasse ed egli senza fermarsi dichiarò di essere un religioso e di chiamarsi Mirabene. I tedeschi a quel punto sentendosi presi in giro a causa del suo cognome, esordirono dicendo che lo avrebbero "mirato bene loro" e così lo uccisero. (Testimonianza orale di Alvaro Dei, nonno dell'alunna Virginia della classe 3A).

Galleria:

Autore: Alessandro Bargellini

Monumento ai Caduti del Moscaio

Informazioni

Luogo di collocazione: Bibbiena, strada Provinciale della Verna.

Data di collocazione: Non presente

Descrizione

Il monumento è formato da due lapidi dal profilo irregolare poste sul terreno e recanti i nomi dei Caduti nella strage del Moscaio. Sono sormontate da una lapide in pietra serena recante la data del 13-4-1944 e un’iscrizione e le foto di 7 tra gli 8 caduti.

Osservazioni personali

Nessuna

Notizie e contestualizzazione

Si narra che Padre Mirabene stesse percorrendo la vecchia strada che collegava Bibbiena a Chiusi della Verna, famosa anche per essere stata percorsa da San Francesco d'Assisi, quando due tedeschi gli intimarono di fermarsi. Egli trascurò l'ordine proseguendo il cammino; ad un ulteriore ordine di fermarsi, gli fu chiesto come si chiamasse ed egli senza fermarsi dichiarò di essere un religioso e di chiamarsi Mirabene. I tedeschi a quel punto sentendosi presi in giro a causa del suo cognome, esordirono dicendo che lo avrebbero "mirato bene loro" e così lo uccisero. (Testimonianza orale di Alvaro Dei, nonno dell'alunna Virginia della classe 3A).

Galleria:

Autore: Istituto Comprensivo Dovizi Bibbiena